Il lino è la più antica fra le fibre vegetali.
Si ricava dal fusto del LINUM USITATISSIMUM: pianta dalla quale a seguito della macerazione delle fibre è ricavato il filato.
Il lino era conosciuto nell’Antico Egitto fin dal V millennio a.C., fu coltivato da Egizi, Babilonesi, Fenici e altri popoli del Medio Oriente che ne diffusero l’uso a Greci e Romani.
Nel Medioevo le Fiandre, con il loro clima umido, divennero uno dei principale centri di produzione.
Il dominio del lino rimase incontrastato fino all’inizio dell’Ottocento quando il cotone, con l’introduzione di telai che ne facilitarono la filatura, da prodotto pregiatissimo destinato alla nobiltà divenne un prodotto di massa. Lo stelo di questa pianta raggiunge un altezza di circa un metro e termina con un fiore (“fior di lino”), che ha vita breve, è molto bello ed è di colore blu e rosa.
LE FASI DEL LINO
- RACCOLTO: il lino non deve essere sradicato. Una volta veniva falciato a mano
- ESSICAMENTO: si lascia seccare al sole e successivamente lo si immerge in acqua. Viene poi diviso in piccoli mazzi per essere appeso e lasciato asciugare
- MACERAZIONE: le fibre vengono poi separate dalla parte legnosa. Il lino viene quindi battuto così si ammorbidisce e poi viene pettinato. Terminata la cardatura, il mazzetto viene annodato e il filo ottenuto risulta lungo circa cm. 50
- FILATURA: la filatura prevede una torsione per legare insieme le fibre che diventeranno matassa. Questa viene poi bollita. Infine si passa alla tessitura
PREGI DELLA TELA DI LINO
- è una risorsa rinnovabile
- ogni parte della pianta ha valore, eliminando quasi tutto lo spreco
- il lino è facile da incorporare nei cicli moderni di rotazione del raccolto
- la resistenza del filato riduce l’esigenza dei rivestimenti applicati
- le tela è completamente biodegradabile